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“Pagare meno, pagare tutti.” Pubblicato su Il Giorno del 22 ottobre 2017 – di Achille Colombo Clerici

Le isole Cayman, territorio britannico d’Oltremare, hanno 55mila abitanti e 800.000 tra società, banche, assicurazioni e fondi comuni d’investimento. Sono la quinta piazza finanziaria del mondo. Gli attivi ammontano a 1.600 miliardi di dollari.

Alle Cayman non si paga pressoché alcuna imposta: niente tasse sul reddito, sulle imprese, sulle successioni e donazioni, sulle plusvalenze delle società e sulle proprietà immobiliari.  Esse rappresentano uno tra i più importanti paradisi fiscali del mondo, i quali complessivamente gestiscono 18.000 miliardi di dollari, più di un quarto dell’economia globale.

Sembrano al confronto un’inezia i 208 miliardi di euro di economia sommersa e illegale che l’Istat ha certificato per l’Italia nel 2015 (nel dettaglio, poco più di 190 miliardi di “sommerso” e circa 17 miliardi di attività illegale): che però equivalgono al 12,6% del Pil ed a cinque manovre annuali dei nostri sempre precari conti pubblici. Pagare le tasse è un fatto di democrazia: non ci sono altre strade per abbassare le tasse se non quella che le paghino tutti.

Questi i dati e le considerazioni rassegnati dal Capo della Procura della Repubblica di Milano Francesco Greco, intervenuto al convegno “Il contrasto al riciclaggio, all’evasione fiscale internazionale ed al finanziamento del terrorismo” organizzato in Banca d’Italia a Milano dal Direttore Giuseppe Sopranzetti, con la collaborazione di Anspc-Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito, che promuove l’annuale Giornata del Credito.

Spesso i paradisi fiscali non si limitano ad ospitare evasioni più o meno legali, ma anche i proventi di attività criminali e di finanziamento del terrorismo. E altrettanto spesso le norme per combattere il fenomeno vengono applicate con molti anni di ritardo. E sono inadeguate.

L’Italia è all’avanguardia nella lotta alla criminalità economica organizzata e al terrorismo. La Procura nazionale antimafia e antiterrorismo è al servizio delle Procure nazionali offrendo ad esse un’azione di coordinamento e di investigazione, incrociando dati da fonti diverse. Dal 2015 sono state svolte 50.000 indagini antimafia e 1.500 antiterrorismo.

Purtroppo la stessa Unione Europea è ancora priva di questo strumento fondamentale. Ma, aggiungiamo, proprio in questi giorni il Parlamento europeo ha dato il via libera all’istituzione della Procura europea, iniziativa definita di portata storica.

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